Sant’Angelo a Fasanella è un paese del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano posto a 515 metri sul livello del mare alle falde del Massiccio degli Alburni, lungo il Fasanella, poco distante della confluenza di quest’ultimo col Ripiti nel Calore, a sud del bosco di Corleto. Il nome del paese è dedicato al santo patrono: San Michele Arcangelo.
La specifica “Fasanella” deriva da Phasis, che sarebbe l’antica città da cui arrivarono i fondatori. Oggi un monte presso Sant’Angelo si chiama proprio Fasanella. L’antico centro urbano sorgeva in località San Manfredi a circa 3 km dall’attuale cittadina: di esso sono rimasti i ruderi di un antico castello e quelli della chiesa di San Pietro. Nel 1246 la cittadina fu rasa al suolo da Federico II con atto di superiorità per punire Pandolfo di Fasanella, al quale furono poi restituiti tutti i suoi possedimenti grazie all’alleanza con Carlo I d’Angiò. Di stampo ed origini medioevali, Sant’Angelo a Fasanella fu feudo dei San Severino e dei Capece-Galeota; quindi appartenne ai Giovine ed alla potente famiglia dei Caracciolo.
L’animo cittadino arse di grande spirito patriottico nell’Ottocento quando, precorrendo l’Unità d’Italia del1860, fu proprio Sant’Angelo a Fasanella ad innescare nel salernitano la scintilla della rivolta per l’indipendenza. Tra i reperti archeologici rinvenuti sul territorio di Sant’Angelo a Fasanella va ricordato il “Guerriero di Costa Palomba“. Si tratta di una scultura rupestre, del IV secolo a.C., localizzata nel cuore degli Alburni, in località Costa Palomba, raffigurante un antico guerriero detto “Antece“, che significa antico o immobile. Per quanto concerne i beni architettonici va segnalata la “Grotta di San Michele Arcangelo“. Il luogo fu sede di una comunità religiosa benedettina risalente all’XI secolo, ma sono ipotizzati anche possibili insediamenti precedenti legati alla diffusione della civiltà greca nel Cilento.
Le opere murarie, di cui restano ruderi addossati alla parte esterna della roccia, sembrano risalire ai primi decenni del Trecento. L’ingresso è costituito da un semplice portale che, alla base dei due stipiti, presenta un leone e una leonessa di fattura arcaica. All’interno della grotta, oltre alla tomba di Francesco Caracciolo e al pozzo, si nota un’altissima edicola di stile gotico. La cavità più profonda costituisce la cappella, dedicata all’Immacolata, sul cui altare una cornice lignea racchiude una tela databile XVII secolo. Tutto intorno si possono ammirare affreschi trecenteschi e sculture. Sul fondo della grotta si può ammirare, invece, un ricco altare seicentesco fatto costruire, come anche il pozzo e il pulpito, dall’abate Fabio Caracciolo. Su questo altare troneggia la statua in marmo di S. Michele Arcangelo.
La ricchezza principale di Sant’Angelo a Fasanella è rappresentata, senza dubbio, dal suo patrimonio di bellezze naturali. Sant’Angelo gode di numerosi boschi di faggio, come quello di “Terra Forte”, quello di “Vallone dei Lupi” o, ancora, quello di “Coste della Pinna”. A contribuire ulteriormente alla bellezza di questo territorio, ci sono i numerosi corsi d’acqua che lo attraversano, originando luoghi di grande fascino. Oltre al fiume Calore e al fiume Fasanella, va segnalata la “Cascata Auso”. Ubicata a pochi chilometri dal paese, il sito è accessibile mediante la strada interpoderale carrabile, detta anche “Grotta dell’Auso” per il suggestivo fenomeno carsico che si può ammirare. A poche decine di metri dalla sorgente, l’acqua sbarrata e quindi convogliata per il funzionamento di un mulino, ora abbandonato, compie un salto di circa otto metri con un fragore enorme in un mare di spuma.
Folklore
Festività del Santo Patrono Michele Arcangelo (8 maggio)
Festività della Madonna della Pietà (8 settembre)
Festività di Santa Lucia (11 luglio)
Sagra del Vitello montano e dell’olio d’oliva (metà agosto)
Le Bellezze Naturali
Guerriero di Costa Palomba, scultura rupestre del IV sec. a.C. raffigurante un antico guerriero detto “Antece””, che significa antico o immobile. La scultura emana un fascino indescrivibile che in alcuni momenti della giornata, per un gioco naturale di luci, sembra avvolta da una atmosfera magica
Grotta di San Michele Arcangelo. L’ingresso è costituito da un semplice portale che, alla base dei due stipiti, presenta un leone ed una leonessa di fattura arcaica. All’interno della grotta, oltre alla tomba di Francesco Caracciolo ed al pozzo, si nota una altissima edicola di stile gotico. La cavità più profonda costituisce la cappella, dedicata all’Immacolata, sul cui altare una cornice lignea racchiude una tela databile XVII sec. Tutto intorno si possono ammirare affreschi trecenteschi e sculture. Sul fondo della grotta si può ammirare, invece, un ricco altare seicentesco fatto costruire, come anche il pozzo ed il pulpito, dall’abate Fabio Caracciolo.
Su questo altare troneggia la statua in marmo di San Michele Arcangelo Grotta di Frà Gentile, inghiottitoio naturale visitabile per circa 100 mt Grava del Fumo, interessante fenomeno di natura carsica Boschi di faggio di Terra Forte, Vallone dei Lupi e di Coste della Pinna Risorgenza della Frestola, attiva solo in caso di forti piogge, sormontata dall’armonico disegno di un piccolo ponte romano. Negli acquitrini formati dalle acque vivono rari esemplari di anfibi, tra cui l’ululone dal ventre giallo
Risorgenza dell’Auso: le acque dell’Auso, scaturendo dalla grotta omonima, formano un laghetto artificiale (che alimentava in passato una centrale idroelettrica) e creano una fragorosa cascata alta circa 8 mt e proseguono verso valle in un percorso accidentato di salti e balze, scorrendo sotto un bel ponticello in pietra presso un antico mulino dirupo. Vi è anche un’area attrezzata Ruderi di un antico castello e della chiesa di San Pietro Chiesa dell’Annunziata Chiesa del Nome di Dio Ex Monastero delle Carmelitane Scalze. Nell’annessa chiesa si conserva la scultura di Santa Teresa col Puttino che le ferisce il cuore del 1757 Chiesa della Madonna della Montagna Chiesa della Madonna delle Pinne Chiesa di San Francesco, nella quale si conservano dipinti e sculture di notevole valore artistico Chiesa di Santa Maria Maggiore, con portale rinascimentale e portone di legno, opere del 1518, attribuite a Francesco da Sicignano. Si segnalano, per il loro notevole interesse artistico il cassettonato a lacunari, la scultura di San Michele Arcangelo ed il dipinto su tavola tardo-cinquecentesco raffigurante la Vergine del Rosario con i Vincitori di Lepanto.
Cosa Mangiare
Come Arrivare
In auto
Dalla A3 prendere l’uscita Campagna e proseguire seguendo le indicazioni per Controne / Castelcivita / Sant’Angelo a Fasanella